Nei giorni scorsi la Sicilia sud orientale è stata interessata da uno sciame sismico che ha fatto vivere attimi di paura a gran parte della popolazione delle zone adiacenti e non solo. Come è ben noto, la nostra Isola è in una delle zone a più forte rischio sismico. In pochi però sanno che da milioni di anni la placca tettonica africana, che contiene parte del fondo del Mediterraneo, si muove verso la placca eurasiatica, a nord, alla velocità di circa un centimetro l’anno. Ma una ricerca condotta sui terremoti più recenti indica che forse, nel punto di collisione delle placche, tra le coste nordafricane e quelle siciliane, si sta formando una nuova zona di subduzione, ovvero uno scivolamento della placca Europea sotto quella Africana. Una zona di subduzione può generare eventi sismici molto violenti dovuti al movimento tra le placche, così come è gia avvenuto nella storia, anche in altre zone del nostro pianeta. La placca Africana, della quale abbiamo già parlato, genera una serie di faglie (fratture della crosta terrestre che prevedono movimento tra due corpi) che interessano la Sicilia, in particolare quella Ibleo-Maltese che dalla vicina Malta arriva fino ai Monti Iblei. Questa faglia a sua volta, è divisa in fratture di strutture minori che interessano gran parte della costa sud-orientale della Sicilia, partendo dalle coste siracusane e catanesi fino ad arrivare alle coste delle Eolie e dello Ionio.
Ed è proprio lungo il tetto di questa faglia che si sono verificati i più violenti terremoti della storia sismica dell’Italia. Tra quelli più catastrofici si ricorda quello del 1169, e dell’11 gennaio 1693, quel giorno la terra tremò per diversi secondi con una magnitudo di 7.5 della scala Richter. Il terremoto ebbe un impatto violentissimo, devastando la Sicilia sud orientale in particolare la Val di Noto. Ad oggi risulta essere il più forte evento sismico avvenuto negli ultimi 1000 anni sull’intero territorio nazionale.
Più recentemente l’Ibleo-Maltese si è resa protagonista di un evento sismico che alle ore 01:23 del 13 dicembre 1990 interessò un’ampia parte della Sicilia orientale. La scossa ebbe una magnitudo di 5.6 della scala Richter e una durata di circa 45 secondi. L’epicentro venne localizzato nella zona del Golfo di Augusta, a largo delle coste siracusane. Vi furono numerosi danni e, purtroppo, 17 morti e 15.000 senza tetto.
Queste ultime scosse avvenute nei giorni scorsi, hanno creato un po’ di apprensione nella popolazione. Ma la regolarità delle scosse, delle quali una ventina strumentali, secondo gli studiosi dell’INGV non dovrebbe far pensare al peggio, la situazione sembra dunque essere sotto controllo.
13/02/2016 ore 14.07 – Articolo di Pierpaolo Di Trapani per ©Weathersicily.it
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