Tra le cause del naufragio avvenuto nella notte tra sabato e domenica a largo della Libia potrebbe esserci anche una collisione con il mercantile che era intervenuto per i soccorsi. E’ quanto hanno raccontato i superstiti della tragedia, ai rappresentanti dell’Unhcr. Lo scafista, dice all’Adnkronos Carlotta Sami, portavoce dell’Unhcr, “nel tentativo di nascondersi tra i migranti, ha guidato il barcone con poca attenzione. Le due navi si sono quindi avvicinate, si sono alzate delle onde e la barca ha perso stabilità”, prima della possibile collisione con il mercantile.
La nave Gregoretti della Guardia costiera, con a bordo 27 dei 28 superstiti, è giunta ieri sera a Catania. Ad attenderli, in rappresentanza del governo, il ministro alle Infrastrutture Graziano Delrio oltre al sindaco di Catania Enzo Bianco e il presidente della Sicilia Rosario Crocetta.
Venticinque dei 27 migranti – in gran parte eritrei, somali, sudanesi ma anche dal Bangladesh – sono stati trasferiti nel Cara di Mineo, nel catanese. Dopo i primi controlli medici e rifocillati dalla Caritas diocesana che si è occupata anche di fornire loro il vestiario, il gruppo, come confermato ieri sera dal sindaco del capoluogo etneo Bianco, è stato trasferito nel centro per rifugiati in provincia di Catania.
Altri due extracomunitari, invece, come confermato in un tweet dal ministro dell’Interno Angelino Alfano, sono stati fermati perché ritenuti dagli investigatori responsabili del naufragio di sabato scorso a largo della Libia: Arrestati dalla procura di Catania i due scafisti dell’imbarcazione affondata ieri. Contro gli schiavisti senza tregua”. Si tratta del comandante dell’imbarcazione naufragata e di un membro dell’equipaggio.
Dovrebbero essere circa 800 le persone “tra i morti e i dispersi” nel naufragio secondo Carlotta Sami, portavoce dell’Unhcr. “Abbiamo parlato con molti sopravvissuti e le testimonianze concordano tutte su questo numero”, racconta Sami all’Adnkronos. Sul barcone erano presenti migranti di diverse nazionalità. Sempre secondo i racconti dei sopravvissuti “erano presenti circa 350 eritrei – spiega Sami – non hanno saputo dire quanti siriani, somali e bambini di età tra i 10 e i 15”. Tra i sopravvissuti, con cui i rappresentanti dell’Unhcr hanno parlato, alcuni sono del Mali, Sierra Leone, Senegal. “Sono abbastanza fragili un po’ persi con lo sguardo”, afferma Sami.
Intanto proseguono senza sosta le ricerche delle vittime e di eventuali sopravvissuti.
Fonte: adnkronos.com
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