Nel cuore della Sicilia occidentale, tra le vaste montagne e le coste cristalline, si trova una delle riserve naturali più belle della Sicilia: Il Bosco della Ficuzza. Il Bosco della Ficuzza, che include il Bosco del Cappelliere e il Gorgo del Drago (appartenenti ai territori di Corleone, Mezzojuso e Godrano), si estende per 7.397 ettari nei dintorni del comune di Corleone. Nel XIX secolo faceva parte dei territori di caccia del re Ferdinando di Borbone, ove istituì la “Real Casina di Caccia” che si prostra alle pendici dell’imponente formazione calcarea della Rocca Busambra, alta 1.613 metri s.l.m.
Il Bosco della Ficuzza risplende delle diverse tonalità che la natura dona, percorrendo i suoi sentieri sembra quasi di immergersi in una novella medievale e che il tempo non scorra, permettendoci di osservare le meraviglie che ci circondano.
Nella riserva si incontrano diverse centinaia di specie vegetali (450 generi e famiglie). Il bosco è formato da specie autoctone quali, querceti di leccio e sughera. Si può notare la presenza di piccole colonie di frassini, di aceri ed olmi ed una tipica pianta siciliana, nata dall’innesto tra cerro e sughera: la sugherella. Nel corso degli anni sono stati introdotti: il frassino meridionale, l’eucalipto e il castagno. Tra gli imponenti arbusti i più comuni sono il pungitopo, biancospino, rosacanina e caprifoglio.
La fauna è piuttosto variegata, incamminandoci nelle tarde ore del giorno è possibile incrociare qualche raro esemplare di daino, recentemente introdotto. Più comunemente si trovano cinghiali, volpi, lepri e gatti selvatici. Ricca di rapaci, tra di essi, rara e alquanto maestosa è l’aquila reale. Non mancano i rettili, tra cui la vipera, la natrice e le tartarughe terrestri. Nelle zone più paludose troviamo invece i più comuni anfibi. Se amate la fauna, un posto imperdibile è il Centro Regionale Recupero Fauna Selvatica “Ficuzza”, più comunemente detto “LIPU”, dove viene svolta assistenza alla fauna in cattività ed è facilmente visitabile da esterni.
Ma il Bosco della Ficuzza non è solo fauna e flora, essendo sito di caccia del re borbone, troviamo luoghi di interesse storico, come la già citata Real Casina (visitabile gratuitamente) e addentrandosi nei sentieri boschivi possiamo trovare il “pulpito del re”, trono scolpito su roccia arenaria, usato per cacciare stando seduto mentre i battitori conducevano le prede verso il re; “la peschiera del re”, invaso utilizzato per l’allevamento dei pesci di acqua dolce quali le trote e le anguille, situato nei pressi del Gorgo del Drago. Oltre i siti dai connotati “storici”, troviamo delle piccole oasi: i laghetti a coda di riccio, il Gorgo del Drago e l’acqua “ammucciata”. Per scovare queste piccole meraviglie bisogna percorrere sentieri ben descritti dal corpo della guardia forestale.
Altra piccola curiosità sul bosco della Ficuzza è l’antica ferrovia, ormai in disuso. Costruita sul finire del XIX secolo, collegava la città di Palermo fino a Corleone-San Carlo, attraversando il bosco. Ancora oggi, percorrendo i sentieri è possibile notare i vecchi binari, ormai abbandonati alla selvaggia natura.
Il clima presente è di tipo mesomediterraneo per i rilievi collinari e submediterraneo per i rilievi montuosi superiori ai 1.300 mt. Le pioggie sono intense nel periodo autunnale-invernale ma non superano la piovosità annua di 748 mm. Immancabile la neve, nel periodo invernale, permane solo oltre i 1.000 mt e nelle alture di Rocca Busambra fino al periodo primaverile. La temperatura media annuale è di +16°C, con una minima media di +9°C e massima di +22°C I venti dominanti sono lo scirocco e la tramontana. Le nebbie sono un fenomeno facilmente osservabile, in particolar modo nel periodo autunnale-invernale giungono sino le basse quote, toccando le rive del lago Scanzano (lago facilmente visibile percorrendo la “Corleone agrigentina” che conduce a Bosco Ficuzza).
Alla riserva si accede dal centro abitato dove è possibile subito notare la maestosa Real Casina, costruita sullo stampo della Reggia di Caserta. La riserva naturale si raggiunge imboccando lo scorrimento veloce Palermo – Agrigento SS121, superando Misilmeri dopo 8 km si giunge al comune di Bolognetta, seguendo da lì le indicazioni per Marineo dopo circa 17 km si arriva alla riserva. Ma non è l’unico ingresso, si accede anche dal comune di Godrano, raggiungibile dalla Palermo-Agrigento SS 121, con uscita al comune di Villafrati o Cefalà Diana.
18/04/2016 ore 15.35 – Articolo di Ada Manfrè per ©Weathersicily.it
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